Attualità
17 Gennaio 2017
L'appello di 10 associazioni animaliste per regalare una nuova vita agli animali stabulati

“Liberiamo i macachi in un centro faunistico”

di Redazione | 2 min

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I macachi stabulati presso il polo chimico biomedico di Unife

Le associazioni animaliste ferraresi non mollano la presa e tornano a chiedere la liberazione di Cleopatra, Clarabella, Archimede, Cesare, Eddi e Orazio: i sei macachi reclusi, alcuni da 12 anni, all’interno dello stabulario Unife e utilizzati per la sperimentazione animale.

La richiesta avanzata da dieci sigle animaliste – Animal Defenders, I-Care Europe Onlus, Lav, Enpa, A Coda Alta, associazione Animali Esotici, Gata, Lega del Cane, Avedev e Oipa di Ferrara – al sindaco Tiziano Tagliani e al rettore Giorgio Zauli propone la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra Comune e Università di Ferrara, al pari di quello siglato tra Comune di Modena e Unimore che ha permesso la liberazione di 16 macachi.

La libertà per gli animali viene invocata da anni ma c’è una novità. “Abbiamo a disposizione un centro faunistico, strutturato anche grazie alla consulenza di primatologi del Cnr, pronto a ricevere i macachi” rivelano gli animalisti che, però, preferiscono non far trapelare il nome del centro, comunque fuori dalla provincia di Ferrara.

Un’oasi verde per regalare una nuova vita ai sei “primati non umani altamente gregari che necessitano di una vita in comunità e in gruppi familiari, condizione loro negata in laboratorio dove ogni individuo viene segregato in gabbie singole di dimensioni inferiori a 1 metro per 3”.

Ma la liberazione non è l’unica richiesta messa sul tavolo dalle associazioni che chiedono un incontro con sindaco e rettore per confrontarsi su questo delicato tema e per consegnare le 10.000 firme raccolte con la petizione contro la sperimentazione animale e contro lo stabulario Unife. L’appuntamento sarebbe anche l’occasione per “rendere note le condizioni dei macachi, in particolare se il loro numero è rimasto invariato oppure se alcuni di loro sono deceduti e in che circostanze” e per scoprire “il numero totale degli animali impiegati presso tutto l’ateneo ferrarese, nello specifico il numero di individui per specie, il dipartimento in cui vengono impiegati, a che scopo e le loro condizioni attuali”.

Un appello che si muove sulla base dell’antispecismo, “movimento culturale, politico e filosofico volto al superamento dello specismo, ovvero la logica di dominio antropocentrico veicolata dall’uomo” perché “l’appartenenza biologica alla specie umana non può giustificare eticamente il diritto di disporre e decidere della vita, libertà e del corpo di individui appartenenti ad altre specie, così come si ritiene eticamente inaccettabile l’abuso e sopraffazione di altri esseri umani sulla base di etnia, genere, orientamento sessuale e religione”. E Unife, “essendo una istituzione atta alla trasmissione della cultura in senso ampio, deve riconoscere le implicazioni etiche inevitabilmente connesse alla sperimentazione animale che avviene all’interno dell’ateneo”.

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